L’orto dei frutti dimenticati è collocato in una piazzetta, a poche decine di metri da piazza Vittorio Emanuele II, al termine della breve discesa sottostante porta S. Filippo. Ideato nel 1990 dalla fantasia di Tonino Guerra, realizzato con il contributo delle associazioni Mostra Mercato Nazionale dell’Antiquariato, Amici della Valmarecchia, Pro Loco, e con la collaborazione dell’amministrazione comunale, è stato allestito su un terreno appartenuto, un tempo, ai frati missionari del Preziosissimo Sangue.
L’orto, definito dallo stesso Tonino Guerra un museo dei sapori, presenta, al suo interno, piante da frutto appartenenti alla flora spontanea appenninica qui raccolte per essere preservate dall’oblio ed dalla estinzione. Superato un piccolo cancello, compare uno spazio magico e fantastico compreso fra la parete scoscesa ed aspra della Rupe e lo scenario incantevole della valle del torrente Messa che si apre sullo sfondo.
Gli alberi da frutto coltivati all’interno dell’orto comprendono svariate specie di mele, la pera cotogna, la corniola, il giuggiolo, l’uva spina, la ciliegia cuccarina, il biricoccolo, il sorbo, il nespolo, more e mirtilli. Con il tempo si è arricchito di altri arbusti come le buddleie che fiancheggiano il sentiero delle farfalle, ed “il gelso della pace” messo a dimora per ricordare il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, in visita a Pennabilli il quindici giugno1994 per rendere omaggio alla casa natale di padre Francesco Orazio Olivieri, missionario in Tibet, in occasione del 250° anniversario della morte.
L’orto non accoglie solo antichi sapori ed arbusti ma anche sculture ed opere di artisti contemporanei e dello stesso Tonino Guerra.
Appena varcata la soglia, sul muro di cinta, si può ammirare il “Rifugio delle Madonne abbandonate”, una raccolta di Madonne in terracotta e ceramica dipinte da artisti di varia provenienza; il poeta ha immaginato che le Madonne, accolte nelle cellette votive disseminate nei crocicchi delle strade di campagna, si rifugiassero in questo angolo sereno per sfuggire all’incuria dell’uomo ed alle offese del tempo.
A sinistra dell’ingresso, si erge “l’Arco delle favole per gli occhi dell’infanzia” realizzato dallo scultore riminese Giò Urbinati rivestito in ceramica multicolore.
Superato l’arco trionfale, si incontra “la Voce della foglia”, una fontana a forma di foglia, tema ricorrente, come le farfalle, nella produzione artistica di Tonino Guerra, realizzata in legno di quercia; le venature della foglia sono costituite da tubi di rame da cui zampilla l’acqua che, ricadendo su una vecchia mola in pietra, dà voce alla foglia. Questa opera è stata materialmente realizzata da un gruppo di giovani pennesi, “il Gruppo del ferro“, su progetto dell’artista ravennate Luigi Berardi.
Poco distante è collocata la “Cappella di Tarkovskij” dedicata al celebre regista al quale il maestro Tonino Guerra era legato da un rapporto di lavoro ed amicizia. La facciata, disegnata dall’architetto pennese Celio Francioni, è stata costruita con pietre di chiese diroccate, “a ricordo dei muri santi che vivevano nel Montefeltro”; la porta della cappella, “Porticciola delle lumache” così definita perché destinata a non essere mai aperta, è un’opera dell’artista Aldo Rontini.
Sempre sul lato sinistro rispetto all’ingresso, è visibile “la Meridiana dell’incontro”, Meridiana dell’Incontrouno dei tanti orologi solari di cui è ricco il paese; nel primo pomeriggio, una scultura in bronzo, raffigurante due colombi, ed eseguita dallo scultore polacco Krysztof Bednarsky, proiettando la propria ombra sopra una piattaforma di pietra, si trasforma nei profili di Federico Fellini, amico e collaboratore del maestro Tonino Guerra, e di sua moglie, l’attrice Giulietta Masina.
Dall’orto è possibile accedere all’antico lavatoio del paese le cui pareti sono state tappezzate da formelle in ceramica, rappresentanti i mesi dell’anno, sui quali la ceramista faentina Muky ha riportato “Le frasi dei mesi”; ad ogni mese è dedicata una riflessione che sottolinea, con vena poetica, il trascorrere del tempo.
Sul tetto del lavatoio è situata un’altra meridiana di tipo orizzontale, indicante le ore europee, le stesse in vigore al giorno d’oggi. Lo stilo o gnomone che proietta l’ombra del sole sulla piattaforma in cui sono riportate le ore, è il corpo stesso della persona che si colloca nel settore del mese in corso. E’ ispirata al metodo più antico ed immediato di valutazione del tempo, perché effettuabile anche in assenza di strumentazione; è quello semplice ed elementare che si basa sulle ombre proiettate dagli oggetti nelle varie fasi della giornata. Tale metodo, basato sulla esperienza propria ed in quella tramandata dalla tradizione, permetteva una approssimativa valutazione delle ore. “L’orologio umano” è l’unica meridiana in cui lo gnomone non è fisso. L’opera è stata eseguita dal ceramista Giovanni Urbinati; nel contesto della meridiana sono stati inseriti due rosoni di ceramica, eseguiti dallo stesso artista, rappresentanti la luna ed il sole.
L’orto contiene altre installazioni come “le casette dei colombi” in legno colorato appese alle parete rocciosa che domina l’orto e la grande lumaca bronzea.
Elenco delle specie presenti nell’Orto:
- annurca
- campanino
- cotogno
- decio verde
- del bare quise
- durello
- durello giallo
- lavina bianca
- limoncella
- mela Luigi
- pupino
- renetta
- renetta grigia del Canada
- renetta stellata
- rosa romana
- ruggine
- scudellino
- verdone
- butirra Mardy
- campagnina
- cotogno
- curato
- garofanino
- la paira cotta
- la praza
- martin pescatore
- Martin secco
- mora di Faenza
- moscatello gambolungo
- pero vecio
- San Giovanni
- San Pietro
- scipiona
- spadona estiva
- volpino
- zugnin
- biricoccolo
- gostiniana
- luglienga
- rusticano
CILIEGI:
- durone marchigiano
- visciola
PESCHI:
- anna balducci
- buco incavato
- gianbela
- hale
FICHI:
- brogiotto bianco
- verdino
ALTRI FRUTTI:
mora, lampone, mirtillo, melograno, nespolo della goccia, giuggiolo, uva spina, ribes bainco, ribes rosso, ribes nero, azzeruolo rosso, azzeruolo giallo, mandorlo, sorbo, noce, ciliegia cuccarina, gelso, nespolo del giappone, kaki, nocciolo, corniolo.